Monghidoro crocevia dell’Europa

Un luogo che vanta una storia ricca di eventi, miti e leggende, ma anche una gastronomia che ha reso celebre la località adagiata sulle montagne di Bologna, ideale da visitare e da gustare.

Gustare una buona pizza non capita tutti i giorni, a meno che non siate di Monghidoro, sulle montagne bolognesi o che non ve la facciate portare a casa direttamente dal suo creatore, Mattia che dal Panificio Salomoni effettua la consegna a domicilio nei Comuni limitrofi di Loiano, Monzuno, Monterenzio, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro.

Se in Italia ogni paese potrebbe raccontare una storia millenaria, Monghidoro ne è indubbiamente un esempio a pieno titolo, a partire dal suo stesso nome che alcuni fanno risalire a un insediamento di Goti, da cui Mons Gothorum, ovvero il Monte dei Goti. Se le origini dell’VIII secolo d.C. sono difficilmente documentabili, sono invece certe le tracce che vedono nel XIII secolo la creazione di un mercato, collegando il borgo alla città Bologna.

Una strada antica che nei secoli è stata percorsa da re e imperatori, principi e papi, eserciti, briganti, ma anche mercanti, intellettuali, artisti e che portò lo scrittore Giordano Berti a definire Monghidoro “Crocevia dell’Europa”.
Una terra di passaggio e di frontiera, come la frazione Scaricalasino, dove si pagava il dazio alla dogana sul confine tra Bologne e Firenze. Oggi la nuova statale della Futa ha sostituito l’antica via e ben altri destrieri la percorrono. E’, infatti, una delle strade più amate dai motociclisti italiani e non solo, celebre per le sue curve e gli scenari mozzafiato che si aprono all’uscita da ogni tornante. Del resto, anche le bellezze naturali sono un altro elemento che rende Monghidoro una meta ideale per una gita fuori porta. L’Alpe di Monghidoro è un’area che consente di immergersi in una natura meravigliosa, come del resto il parco La Martina, dove le leggende narrano di folletti boschivi e dove non è difficile incontrare una ricca fauna selvatica.

Il territorio della montagna bolognese è indubbiamente suggestivo per l’interesse naturalistico, ma anche per le delizie della tavola che nel tempo hanno dato vita a una tradizione enogastronomica che rapisce quanto i panorami. Se il maiale è il re della cucina bolognese, con salumi che tutto il mondo invidia, come salsiccia passita, salame, prosciutto, pancetta, ciccioli, coppa, anche l’agricoltura ha dato i natali a piatti irrinunciabili. Dalla farina e della maestria delle donne di casa sono nati tortellini e tortelloni, tagliatelle e lasagne che gli artigiani locali come il Panificio Salomoni offrono quotidianamente.

Già, la pasta fresca fatta a mano come un tempo a Monghidoro ha sposato l’arte bianca e quindi il fornaio Mattia ha ampliato la propria offerta con i migliori piatti della tradizione e come ha appreso dalla nonna e dalla mamma, senza per questo rinunciare alla panificazione. Monghidoro è infatti un punto di riferimento nel circuito Le Vie del Pane che lega diversi paesi dell’Appennino bolognese. Pane e salume sono il connubio perfetto, ma al Panificio Salomoni non si lesina sul ragù bolognese, fatto sobbollire sulla stufa per ore, per ingolosire le lasagne e le tagliatelle made in Panificio Salomoni.

La farina è l’elemento che mette tutti d’accordo, quando racchiude un ripieno di carne per un tortellino a regola d’arte, con ingredienti del luogo, al pari dei tortelloni con la ricotta proveniente dai caseifici locali. Così come i dolci che Mattia presenta sul banco ogni giorno, sfornati alle prime luci dell’alba.

In effetti, quando si assaggia un prodotto da forno del Panificio Salomoni, si ha l’idea che il tempo si sia fermato e una crostata o un castagnaccio realizzato con farina di castagna locale, piuttosto che una raviola o il classico zuccherino montanaro, il tempo si ferma, come per magia, morso dopo morso, inebriati dal profumo e dal gusto delle cose buone come quelle di una volta.

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