Ogni regione se non ogni casa ha la propria ricetta, ma al Panificio Salomoni si trova una versione golosa che sprigiona bolognesità
Non solo il lavoro e la vita frenetica, ma anche le vacanze e la villeggiatura sull’Appennino Bolognese non lasciano molto tempo alla cucina. Quando si è immersi in luoghi meravigliosi come l’Alpe di Monghidoro, i prati e i boschi delle montagne bolognesi, il Passo della Raticosa o il Passo della Futa, facili da raggiungere in moto o in bicicletta, i tanti sentieri nel verde per trekking e mountain bike sono attrattive irresistibili che allontanano dai fornelli di casa.
Non rappresenta di certo un problema quando il Panificio Salomoni offre la possibilità di mettere in tavola una portata buona, sana, gustosa, ma anche tremendamente golosa. Sarà per questo che a Monghidoro ogni azdora, o in bolognese zdoura, sa bene di potersi godere il meritato riposo. Ci pensa Mattia, infatti, con un piatto che può ben dirsi il cannellone di Monghidoro, perché oltre alla versione vegetariana farcita con ricotta e spinaci, al Panificio Salomoni si realizzano anche i cannelloni con il ripieno dei tortellini. Esatto, non solo semplici involtini di pasta all’uovo ripieni di carne, con la loro bella copertina di besciamella e un tocco di pomodoro. Qui trionfa Bologna e tutta la sua bolognesità, nel connubio tra il tortellino e il cannellone, in un tripudio di profumi e sapori, con un pieno doc realizzato a Monghidoro nel laboratorio del Panificio Salomoni secondo la migliore tradizione.
Di sicuro basta un assaggio per andare in estasi e sorge il dilemma su quale delle due versioni concentrarsi, tra la bontà della ricotta artigianale e l’impasto di carni e spezie che a Bologna si suddivide nei piccoli scrigni di gusto noti come tortellini ma che nei cannelloni a Monghidoro ti arriva dritto alle papille gustative e ti paralizza per l’incapacità di tenere a freno la mente che già viaggia verso il Paradiso dei gourmet.
Un classico della cucina italiana che fece furore dagli anni Sessanta e che non ha mai smesso di attirare i buongustai, ma che a Monghidoro porta la firma esclusiva di un artista del gusto, un maestro dell’arte bianca che quando gioca con uova e ripieni sa davvero stupire. Per quanto si tratti di un piatto dalla storia recente, con le prime versioni ben diverse dalle attuali che presero forma nelle corti del Seicento per trovare un aspetto contemporaneo solo agli inizi del Novecento, per decenni è stato il piatto della domenica sulle tavole di tutta Italia, in base alla regione. Non è difficile trovarli in mille modi, alla siciliana, alla toscana, alla lombarda, ma anche alla Quisisana, alla provenzale e perfino alla Rossini. Beh, non poteva mancare la versione alla bolognese e perché no, quella alla monghidorese, o meglio, in stile Panificio Salomoni.
Da sempre in lotta per contendersi il primato di delizia bolognese con le lasagne, sfida ancor più ardua se entrambe queste specialità bolognesi sono del Panificio Salomoni, qualcuno si approccia nel sperimentare nuove soluzioni gastronomiche. A Monghidoro però Mattia ha già raggiunto il top, in una versione fusion di due piatti tipici bolognesi che nel risultato raddoppiano e anzi elevano al quadrato il piacere della tavola. Non solo, perché non sono pochi quelli che durante un’escursione sui sentieri di Monghidoro vengono sorpresi non con le mani nel sacco, ma con il cannellone in punta di forchetta.