Che festa con le Zeppole e le Castagnole

Zeppole Castagnole Panificio Salomoni

A Monghidoro al Panificio Salomoni il divertimento non solo si colora con le maschere, ma si gusta con i dolci tipici del Carnevale. Delizie senza tempo per un periodo in cui si ritorna bambini

Da non confondere con le Zeppole di San Giuseppe che la tradizione riconduce alla Festa del Papà e al padre di Gesù, falegname ma anche friggitore e venditore ambulante di frittelle per arrotondare e mantenere la famiglia in fuga dall’Egitto.
Altra leggenda le riporta agli antichi Romani e alle feste Liberalia per celebrare vino e grano.
Anche il nome è dibattuto, tra chi per la parola zeppola vuole una derivazione dalla latina serpula, serpente che ne spiegherebbe in alcuni luoghi la forma attorcigliata, mentre nel napoletano zeppa indica uno spessore di legno a correggere difetti dei mobili, con riferimento a San Giuseppe, di mestiere falegname.
Ben diverso il dolce che in Sardegna, Marche, Umbria, Campania e altre regioni come l’Emilia-Romagna rappresenta una tipica espressione della tradizione legata al Carnevale. Come, del resto, le castagnole, piccole frittele di pasta dolce che dopo il bagno nell’olio ricevono un’abbondante pioggia di zucchero. C’è chi le ha denominate strufoli di carnevale, ma di certo le castagnole nascono nei secoli passati. Curioso il fatto che siano state concepite per una cottura in forno ma che poi si sia preferita quella in frittura e che oggi invece si vuole riportare alla versione più dietetica, come alle origini.
In tutte queste versioni discordanti, una certezza c’è eccome ed è la bontà della versione di zeppole e castagnole del Panificio Salomoni a Monghidoro, perché le feste bisogna celebrarle con gusto e tra le montagne bolognesi i piaceri della buona tavola non mancano. Del resto, il nome stesso del Carnevale indica un periodo gioioso prima delle restrizioni quaresimali. L’etimologia richiama il latino carnem levare, ovvero l’eliminazione della carne prima dell’astinenza e il digiuno di Quaresima. Ecco allora spigato il Martedì Grasso, ultimo giorno di Carnevale e anche ultima occasione per un bel banchetto prima della rinuncia.
La tradizione riprende allora tutta la semplicità di frittelle di carnevale fatte di uova, latte e farina, talvolta anche patate, pronte a farsi arricchire da zucchero in grani oppure zucchero a velo. Morbide e golose, sono irresistibili e una tira l’altra, con quella forma piccola e soffice che quando è ben fatta si scioglie in bocca e regala un sorriso. Proprio come quelle del Panificio Salomoni che riconosci dal profumo che si spande per i vicoli di Monghidoro fino ad arrivare ai sentieri dell’Alpe e lungo la Statale della Futa. Basta seguire la scia per sentirsi già in festa. Nessuna maschera e nessuno scherzo, qui la tradizione si lascia riconoscere e gustare, a Carnevale come tutto l’anno.

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