Al Panificio Salomoni di Monghidoro l’alimento base della tavola è un piccolo capolavoro realizzato quotidianamente come in un atto quasi sacro
Semplice ma fondamentale, buono e naturale, il pane quotidiano prende forma ogni notte nel laboratorio del Panificio Salomoni di Monghidoro. La tavola nell’Appennino Tosco-Emiliano non conosce mezze misure, un po’ come le sue montagne ricche di boschi e di pascoli. Dura e vera come la sua gente, discendenza di popoli che hanno visto i lunghi inverni, la cucina montanara è un susseguirsi di ricette ricche e nutrienti, dall’alto valore calorico.
In un tripudio di sapori forti e decisi, re di ogni pasto è un elemento semplice come il pane che tra le montagne bolognesi ha una storia a sé. Un tempo cotto una volta a settimana se non due, tutti insieme, quasi come in un rito sacro di comunità, oggi è andata persa la cottura collettiva e il suo essere un evento straordinario, ma non la sua accurata preparazione quotidiana. Al Panificio Salomoni di Monghidoro, infatti, il pane riveste ancora particolari valenze d’integrazione comunitaria, come alimento immancabile e fondamentale sulle tavole montanare ma non solo.
La sua bontà è nota, così come la cura e il rispetto con cui viene preparato, motivo per cui il pane del Panificio Salomoni oltre che a Monghidoro si consuma anche nei Comuni di Loiano, Monzuno, Monterenzio, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro dove si effettua la consegna a domicilio.
Che poi, oltre alla sua fragranza che lo rende il piano ideale su cui apporre profumati salumi o una bella cucchiaiata di ragù bolognese, anche le briciole del pane sono le protagoniste di diverse zuppe e minestre, senza dimenticare che anche per una suprema cotoletta alla petroniana o alla bolognese, il pane dell’impanatura deve essere di qualità e sono in tanto a rifornirsi di pane grattugiato al Panificio Salomoni.
La Toscana è a pochi chilometri e proprio il territorio del capoluogo toscano, per cui anche a Monghidoro si sa bene come “Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e com’è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale” che vaticina Cacciaguida nel XVII canto del Paradiso a Dante Alighieri in merito all’allontanamento da Firenze. Un esilio che il sommo poeta accosta alla perdita di quel pane, “sciocco”, sciapo, così identitario fin dal XII secolo, durante la lotta tra Firenze e Pisa, quando il costo eccessivo, per altri frutto delle tasse della Signoria dei Medici, indusse alla rinuncia nell’impasto. Una scelta ben nota anche al Panificio Salomoni dove il pane toscano è una consuetudine tanto quello montanaro morbido e la cui mollica è una morbida nuvola su cui far atterrare intingoli, formaggi, salumi e qualsiasi altra delizia che voglia essere esaltata da questo abbinamento.
Anche sulle montagne bolognesi il pane abbrustolito è l’accompagnatore prediletto per le zuppe e senza scomodare la Ribollita o la Panzanella toscane, anche all’Alpe di Monghidoro e nel comprensorio montano di Bologna una bella fetta di pane scalda il cuore quando si inzuppa in una ciotola fumante.
La preparazione del pane al Panificio Salomoni è un gesto quotidiano che di giorno in giorno si ripete senza perdere quella sacralità che nasce dalla consapevolezza dell’importanza del pane stesso e della sua valenza sulla tavola. Ecco perché nel cuore della notte l’impasto nasce dolcemente e nel rispetto del tempo necessario per consentirgli di crescere al meglio, per poi incontrare il forno alle prime luci dell’alba e arrivare sul punto vendita ancora tiepido, inebriando di profumi le vie di Monghidoro e le case di chi ogni giorno si porta a casa un pezzo di bontà.